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NOVITÀ EDITORIALI SUL CINEMA AL KNULP (FEBBRAIO 2021)

DRACULA DI BRAM STOKER

di Anna Berra

New Books (gennaio 2021)

euro 19,50

Il “Dracula” filologico che nel 1992 ha riportato in auge il mito ormai esangue dei vampiri è un affresco barocco e immaginifico, più ancora degli altri Dracula apparsi sul grande schermo; Ma nonostante tutto il sangue che vi scorre, e che alle prime proiezioni indusse molti spettatori ad abbandonare la sala, non è un horror in senso stretto, quanto piuttosto una storia d’amore fin de siècle. E rappresenta, nella visione di Coppola, anche il cinema stesso, come i vampiri notturno per vocazione e fisiologia. Il regista rispetta il testo originario di Bram Stoker in molti dettagli anche minimi, ma lo capovolge nella sostanza: trasformando la difesa del perbenismo e della normalità vittoriana in un’esaltazione romantica delle trasgressioni, a cominciare da quella più grande di tutte che è l’amore. Forse la vera protagonista di questo film da 40 milioni di dollari, fortemente voluto dalla prim’attrice Winona Ryder, è proprio lei, Mina; E non è un caso che in questo libro sia una donna ad accompagnarci all’interno del film, alla scoperta o riscoperta dei suoi brividi, dei suoi terrori, dei suoi incanti.

FELLINI ANARCHICO

di Goffredo Fofi

Eleuthera (gennaio 2021)

euro 13,00

Furono per primi due francesi, il critico André Bazin e più tardi lo scrittore Daniel Pennac, a parlare di un «Fellini anarchico» e cosciente di esserlo. D’altronde il suo cinema – sempre attento ai marginali, di cui racconta i confusi tentativi di rivolta e la fatica di vivere – si è avvalso di geniali sceneggiatori come Ennio Flaiano, Tonino Guerra o Bernardino Zapponi, alcuni dei quali dichiaratamente anarchici. Ed è indubbio che anche l’humus romagnolo e il giovanile confronto con il fascismo abbiano influito sulla sua visione della società, come risulta evidente in Amarcord, il suo film più autobiografico. Ma la diversità felliniana è altrettanto evidente in capolavori come Otto e mezzo o La dolce vita, in cui il regista prefigura la mutazione antropologica in atto in Italia, sancendo al contempo la sua irrecuperabilità di artista a un qualunque ordine borghese. Sono però le sue ultime opere – Satyricon, Casanova e La voce della luna – quelle in cui la narrazione si fa metafora e giudizio, rendendo infine esplicita l’irriducibile distanza di Fellini da una società che non a caso ci mostra nella sua degenerazione festaiola e conformista, nell’euforia consumista della «sagra dello gnocco»…

STORIE DI CARTA, STORIE DI CELLULOIDE

LA NARRAZIONE CINEMATOGRAFICA

di Giacomo Scarpelli

ETS (gennaio 2021)

euro 18,00

Affermava il geniale produttore americano Jack Warner che “per fare un bel film occorrono tre cose: una buona storia, una buona storia e una buona storia”. Poiché la sceneggiatura è una sorta di specializzazione dell’arte narrativa, di conseguenza per essere sceneggiatori non basta la passione per il cinema, né la conoscenza della tecnica della sceneggiatura in sé: in una parola, non si può essere sceneggiatori senza essere prima scrittori. Storie di carta, storie di celluloide affronta, con un piglio scoppiettante e in un costante confronto dialettico tra i capolavori del romanzo otto-novecentesco e quelli della storia del cinema, un’indagine e una riflessione sul lavoro creativo e sul metodo di scrittura del copione, ma soprattutto della storia che lo precede con quel che comporta d’immaginazione, costruzione dei personaggi e della trama, ambientazione, tono, timbro e, in una parola, ispirazione e disposizione artistica. Scopriamo inoltre anche aspetti inediti della personalità e della creatività di figure ormai leggendarie, che Scarpelli ha conosciuto personalmente, e che vanno da Monicelli a Hitchcock, da Sordi a Troisi. Il volume è corredato di disegni, vignette e caricature sia dell’autore sia di suo padre, Furio Scarpelli, che insieme ad Age ha firmato le migliori sceneggiature della grande stagione della commedia all’italiana.

IL GATTO NEL CERVELLO DI LUCIO FULCI

di Fabio Melelli

Bloodbuster (novembre 2020)

euro 20,00

“Il gatto nel cervello di Lucio Fulci” è un’ossessione. L’ossessione di fare film, di fare cinema a tutti costi, anche quando questi ultimi sono davvero ridotti all’osso, anche quando si produce un’opera povera e raffazzonata. Ma con sincera passione. Un gatto nel cervello, ultimo film del maestro dell’horror italiano Lucio Fulci a essere uscito in sala, è un’opera emblematica e definitiva in questo senso, una chiave di volta per ca(r)pire i meccanismi del cinema popolare più povero e avventuroso. Ma anche, grazie alla interpretazione di Fulci nei panni di un possibile se stesso, l’apice artistico del cinema “di recupero”, una scatola cinese metacinematografica con infinite possibilità di lettura. Un film davvero emblematico che, nell’anno del suo trentesimo anniversario, ci piace ricordare e omaggiare con questo volume, arricchito da materiali inediti e interviste a cast e collaboratori.


SUONALA ANCORA, SAM

LE PIÙ BELLE BATTUTE DEL GRANDE CINEMA

di Roberto Casalini

Bompiani (gennaio 2021)

euro 19,00

Tra le note di un brano ormai famosissimo, una splendida Ingrid Bergman sussurra al pianista di Casablanca: “Suona la nostra canzone, Sam, come a quel tempo…”. E dal set di Harry ti presento Sally le fa eco una simpatica Meg Ryan: “Io non vorrei mai passare il resto della mia vita a Casablanca, sposata a uno che gestisce un bar. Ti sembrerò una snob, ma è così.” Dalla nascita del cinema sonoro, sono migliaia le battute che hanno fatto epoca, risuonate per la prima volta in una magica sala buia ma diventate proverbiali ed entrate a far parte dei modi di dire di tutti i giorni. Questo volume, che esce oggi in una nuova edizione riveduta e ampiamente arricchita, raccoglie le migliori battute da oltre 1500 film, ordinandole per temi o argomenti, come in un grande dizionario delle citazioni più fulminanti, più celebri, più divertenti.

VITA ECCESSIVA DI JOHN BELUSHI

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO

di Francesco Barilli

Becco Giallo (agosto 2019)

euro 17,00

Eccessivo e sfrontato, dolcissimo e malinconico, ingenuo e istintivo proprio come bluto in «animal house» o jake in «the blues brothers:» se per molti artisti risulta evidente lo scarto fra la persona e i ruoli interpretati, nel caso di john belushi l’uomo tende a sovrapporsi alle maschere interpretate in favore di telecamera. Di origini albanesi, avviato alla recitazione fin da piccolo per l’intuizione del preside della sua scuola, con le straordinarie doti di improvvisazione e la naturale capacità di tenere insieme canto e provocazioni, siparietti comici e introspezione, belushi – scomparso a soli 33 anni – ha saputo rivoluzionare come pochi nella storia i canoni della comicità.

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