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NOVITÀ EDITORIALI SUL CINEMA AL KNULP (AGOSTO 2021)

NOVITÀ EDITORIALI SUL CINEMA AL KNULP (AGOSTO 2021)

A FINE TURNO

LAVORO, MACCHINE E VITA NEL CINEMA DEGLI ANNI SESSANTA IN ITALIA

di Karen Pinkus

euro 12

Ombre Corte (giugno 2021)

Cosa può insegnarci il cinema italiano degli anni Sessanta su come vivere e lavorare oggi? A fine turno invita il lettore a ripensare il lavoro, il cinema e le macchine nel loro intreccio, come mostrato in alcuni film di quel periodo. Attingendo alla teoria critica e alla ricerca d’archivio, il libro ci interroga su quali tipi di fratture potremmo sfruttare per vivere diversamente, per resistere alle narrazioni tradizionali del lavoro, e per un anticapitalismo. L’Italia degli anni Sessanta è stata un luogo in cui la produzione industriale di massa risultava essere la modalità principale per comprendere cosa significasse il lavoro, ma era anche un momento in cui le cose avrebbero potuto andare diversamente. Riesaminando le origini di paradigmi come la timbratura del cartellino, la “società come fabbrica” e la divisione di genere nel lavoro, Karen Pinkus sfida il lettore a pensare attraverso il cinema, consentendogli di cogliere le lacune e i guasti nell’ordine delle cose del secondo dopoguerra.

MODA E CINEMA IN ITALIA

DAL MUTO AI GIORNI NOSTRI

di Eugenia Paulicelli

euro 16

Bruno Mondaddori (maggio 2020)

Il cinema ha lanciato la moda e lo stile italiano nel mondo. Sebbene la moda italiana abbia una lunga storia che risale alle botteghe medievali, bisognerà aspettare la fine della seconda Guerra mondiale per quello che diventò una delle rivelazioni della moderna couture. Il cinema italiano ha fatto conoscere al mondo il Made in Italy. Il costume nel cinema ha ispirato e continua ad ispirare la produzione di collezioni. Il “fashion film” è diventato un genere diffuso di storytelling per le marche del lusso come Ferragamo, Fendi, Gucci, Prada tra le altre. Il libro si conclude con una riflessione su questo genere e dei suoi rapporti sia con la contemporaneità, che con la storia del cinema degli esordi. Con un’analisi dettagliata del cinema d’autore attraverso la lente della moda e del costume, il volume propone una storia culturale di questa interazione e si avvicina al cinema per rivelare il processo di fare cinema. Questo rapporto sinergetico tra cinema, moda, e costume, ha contribuito e ancora contribuisce a creare un’immagine attraente e sperimentale dello stile italiano e a dare un valore aggiunto alla moda come bene culturale e farne parte integrante della formazione del tessuto identitario della nazione, proprio come il cinema. Da qui è possibile valutare come queste interconnessioni contribuiscono a riflettere sulle questioni storiografiche, proponendo nuovi percorsi di scrittura della storia attraverso il rapporto tra moda e cinema. Questo libro intende contribuire all’evolversi e allo sviluppo di questo campo di indagine e di studio, fornendo uno strumento per continuare la ricerca.

CINEMA E ARCHITETTURA

di Carlo Cresti

euro 16

Pontecorboli (luglio 2019)

Da una serie di esperienze al confine fra cinema e architettura, si nota il crescente interesse di figure professionali legate al progetto – designer, architetti, urbanisti – al cinema come fonte. Si tratta di un rinnovato stupore per la composita ricchezza dell’opera film quale luogo di svelamento dell’abitare: un riconoscimento fatale, in grado di superare la soglia del dicibile-disegnabile per attingere a inusitate prospettive fenomenologiche. L’operazione compiuta dal film sull’architettura riguarda allora un processo di restauro, un momento di riconoscimento, in una doppia polarità, storica ed estetica. Ricreata ogni volta che viene sperimentata esteticamente, l’onnipolitaneità dell’appartenenza spettatoriale sfida l’interpretazione canonica dell’architettura, sottraendo all’oblio e alla dimenticanza i resti del passato (della modernità): emersa ‘a nuova luce’ col processo della messa in film, l’architettura sveste l’alone semantico della sua stessa esistenza mitica, l’insieme delle appartenenze ideali, i mondi possibili arredati dal benevolo contratto di ‘verità’ dell’ideologia funzionalista.

L’ARCHITETTURA NEL CINEMA DI FANTASCIENZA

di Matteo Cosimo Cresti

Euro 18,50

Pontecorboli (gennaio 2010)

Le possibilità speculative della fantascienza sono pressoché illimitate.Un simile assunto include anche la traduzione cinematografica della fantascienza stessa, consentendo infinite e suggestive ipotesi di esplorazione dell’iconografica architettonica legata a questo particolare ambito filmico.Fin dalle primissime espressioni dell’arte cinematografica, il rapporto fra architettura e cinema di fantascienza è stato indissolubile, configurandosi, addirittura, come un campo di sperimentazione destinato ad influenzare profondamente la disciplina della progettazione.

Da Metropolis a Blade Runner a Brazil è considerevolmente esteso l’elenco di significative pellicole che hanno, di volta in volta, tradotto in immagini le più avanzate ipotesi sui futuri sviluppi dell’urbanistica, che hanno assimilato ed ampliato i linguaggi espressivi delle avanguardie; che hanno visualizzato interessanti filoni di ricerca della sintassi architettonica o dato forma alle più inquietanti distopie.

Nel corso di un secolo di cinema, geniali registi e talentuosi scenografici hanno dato vita ad opere cinematografiche capaci di prefigurare avveniristiche evoluzioni dell’architettura e di immaginare l’aspetto delle città in rapporto al progresso tecnologico. Cineasti visionari hanno saputo mostrarci le possibili aberrazioni urbanistiche derivanti dal potenziale degrado sociale o persino mettere in guardia i progettisti contro le esasperazioni del formalismo.

Molteplici sono dunque gli ambiti di riflessione proposti dal cinema di fantascienza: l’assetto dell’urbanistica del futuro, l’influenza dei processi industriali sullo sviluppo delle città, la progettazione dispazi e strutture ipogee, le espressioni edilizie di civiltà tecnologiche alternative alla nostra, l’architettura di ipotetiche razze extraterrestri e financo il possibile destino apocalittico degli insediamenti urbani.

Di fronte a queste ed altre coinvolgenti possibilità speculative la cinematografia fantascientifica ha immancabilmente fornito un estesoquanto affascinante campionario iconografico che ha profondamente influenzato l’immaginario collettivo e la storia dell’architettura.

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