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NOVITÀ EDITORIALI SUL CINEMA AL KNULP (OTTOBRE 2021)

NOVITÀ EDITORIALI SUL CINEMA AL KNULP (OTTOBRE 2021)

300 DICHIARAZIONI D’AMORE AL CINEMA

RACCONTI DI FILM, REGISTI, ATTORI, SCENEGGIATORI

di Ottavio Cirio Zanetti

euro 18

Erga (settembre 2021)

Questo volume raccoglie 300 recensioni di film che Ottavio Ciro Zanetti(1983-2020) ha pubblicato sulla sua rubrica settimanale di critica cinematografica per la testata on-line “inpiù.it”. Raccoglie anche saggi più lunghi: quello preveggente sulla fortuna delle serie televisive di alta qualità, come Mad Men, quello su Hitchcock, inedito, oltre a quelli su Federico Fellini, che Ottavio, invitato al convegno organizzato dall’Università di Toronto, ha fatto in tempo a scrivere e che è stato letto nell’ottobre 2020 in sua memoria. Da “Benur” (senz’acca) di Massimo Andrei (recensione del gennaio 2013) a “I due Papi” di Fernando Meirelles (recensione del 9 gennaio 2020), 7 anni di arguzie, curiosità, collegamenti, passando per una miriade di titoli vecchi e nuovi che a chiunque farà piacere scoprire o riscoprire. Ottavio era uno spettatore onnivoro, precoce, regista, sceneggiatore e documentarista, sapeva cogliere e descrivere i particolari. Sosteneva che lo spettatore si perdesse un bel pezzo di film alzandosi ai titoli di coda, e raccontava i film per stimolarci a inventare, a costruire altre storie, per andare altrove, in un gioco di realtà e finzione che diventa dichiarazione d’amore.

CANCEL CINEMA

I FILM ITALIANI ALLA PROVA DELLA NEOCENSURA

di Alessandro Chetta

euro 18

Aras Edizioni (settembre 2021)

“Totò farà la fine di Dumbo? Bollato da un “alert” per i contenuti scorretti? In TotoTruffa ’62 il comico si travisa con una blackface, anello al naso e voce farfugliante: un chiaro affronto razzista per gli indignati della cosiddetta Cancel Culture. E come giudicare Aldo Fabrizi che iscrive la figlia a un concorso per “Miss sposa perfetta” o Monica Vitti che, ferita, perdona l’amante accoltellatore? Potrebbe mai passarla liscia Yves Montand che spara a tutti i lupi d’Abruzzo? Questa nuova morale attenta a processare il passato senza badare al contesto scuote da anni il dibattito americano e inizia a disporre i suoi tribunali anche in Italia. Il saggio di Chetta mette in scena uno stress test su oltre 200 film del periodo d’oro del nostro cinema indagando altresì origini e perché del politicamente corretto e i rischi connessi. Un tentativo corsaro per anticipare l’ascesa di un fenomeno dai contorni molto ambigui.

DAI GRANI AI PIXEL

IL RESTAURO DEL FILM NELLA TRANSIZIONE

DALL’ANALOGICO AL DIGITALE

di Giovanna Fossati

Euro 34,90

Persiani (agosto 2021)

La transizione dall’analogico al digitale sta cambiando profondamente il cinema. Cambia il modo di girare un film, di conservarlo, di restaurarlo. Ma cambia anche la sua essenza, la sua definizione concettuale? Sono queste le domande a cui cerca di dare risposta “Dai grani ai pixel” che, a dieci anni dalla sua prima pubblicazione, esce in edizione italiana (traduzione a cura di Rossella Catanese) aggiornato ai più recenti sviluppi della ricerca e arricchito da nuovi casi di studio fra i quali i progetti di restauro di “L’età di amare” (Sam Wood, 1922, con Gloria Swanson e Rodolfo Valentino), “Il Dottor Stranamore” (Stanley Kubrick, 1964), e “Non possiamo tornare a casa” (Nicholas Ray, 1973). Giovanna Fossati, grazie a una consolidata esperienza tanto nel campo accademico quanto nella pratica della conservazione e del restauro, stabilisce un ponte fra la ricerca teorica degli studiosi di cinema e il lavoro sui film che si svolge nei laboratori e nelle cineteche offrendo uno strumento prezioso per favorire il dialogo fra questi due mondi. Presentazione di Michele Canosa.

CINEMA ITALIA

I FILM CHE HANNO FATTO GLI ITALIANI

di Giovanni De Luna

Euro 22

Utet (agosto 2021)

Nel 1914 esce Cabiria, forse il più grande kolossal della storia del cinema italiano. La trama, in teoria, dovrebbe ricostruire l’epico scontro tra Roma e Cartagine, ma l’estetica orientaleggiante e liberty dell’epoca, con tanto di Gabriele D’Annunzio alla sceneggiatura, racconta facilmente in controluce il presente di quell’Italia desiderosa di guadagnare visibilità e credibilità internazionale. Come spiega Giovanni De Luna in Cinema Italia, di fronte a Cabiria lo storico finisce per «aggirarsi tra quelle immense scenografie, fiutando non l’aria del III secolo a.C. Ma quella carica di odori e di miasmi pestiferi del primo Novecento, di quella incredibile e paradossale stagione in cui stava finendo l’Ottocento e fragorosamente e maledettamente stava nascendo il terrificante XX secolo». Parte da qui il percorso affascinante di uno storico che utilizza i film come documenti del periodo in cui venivano realizzati, dei gusti del pubblico e della temperie culturale, avvicinandoci così a un’inedita lettura del modo in cui il cinema ha contribuito a “fare gli italiani”. I film, infatti, spesso sono lo specchio di un presente in procinto di farsi storia: l’immediato dopoguerra di Ladri di biciclette, i primi venti del boom di Un americano a Roma, la lotta sociale de La classe operaia va in paradiso, ma anche l’edonismo pre Mani pulite di Yuppies o Vacanze di Natale. Ma non solo, perché in molti casi proprio il cinema, arte nobile e popolare insieme, ha voluto farsi a sua volta strumento di indagine storica, che fosse propaganda di stato o contestazione intellettuale: per ogni Cabiria ci sono stati moltissimi La grande guerra, Una giornata particolare, La notte di San Lorenzo, La meglio gioventù… Mescolando alto e basso senza timore, e con qualche sortita nel cinema straniero, Giovanni De Luna ricostruisce la storia del nostro paese per come l’abbiamo vista, o meglio, voluta vedere al cinema noi italiani, che fossimo di volta in volta sceneggiatori, registi o solo semplici ma appassionati spettatori.

ANDREJ TARKOVSKIJ

SPIRITO E MATERIA FRA CRISTIANESIMO E SOCIALISMO REALE

di Giorgio Penzo

Euro 20

Falsopiano (agosto 2021)

Il saggio di Giorgio Penzo su Andrej Tarkovskij rappresenta un tributo e un omaggio ad un regista fondamentale del Novecento. L’autore analizza film per film tutta la produzione del regista russo, centrando l’attenzione sui suoi lungometraggi e sul rapporto fra il suo cristianesimo e il socialismo reale. E’ infatti sorprendente che l’opera di un autore come Andrej Tarkovskij conviva con il realismo socialista ufficiale dell’URSS negli anni in cui si svolge la sua attività. Tutta l’opera di Tarkovskij è un “canto generale”, non di un individualismo all’occidentale, ma di un lirismo che si rinsalda nella tradizione russa e che si confonde spesso con una religiosità, quella cristiano-ortodossa, capace di andare oltre. Perché l’opera di Tarkovskij va oltre ogni definizione: è un’opera unica, e anche se si ciba delle radici profonde del pensiero russo, vuole raggiungere valori universali, che si affinano in una spiritualità sempre più convinta, abbandonando progressivamente quel materialismo che era alla base dell’ideologia sovietica, per cercare l’Assoluto e la metafisica. Tutta la grandezza di un intellettuale che fa della sua stessa vita un’opera d’arte e di sofferta libertà.

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