NOVITÀ EDITORIALI LIBRI SUL CINEMA AL KNULP (NOVEMBRE 2020)
L’altra parte – I fantasmi della psiche al cinema
di Angelo Moscariello
editore: Moretti&Vitale
pagine: 140
prezzo: € 12,00
data di pubblicazione: 2020
Il titolo di questo libro richiama quello del romanzo Die andere seite pubblicato nel 1909 dallo scrittore-pittore austriaco Alfred Kubin, libro che si inserisce nella grande tradizione del “romanzo fantastico” à la Edgar Allan Poe o E.T. Hoffmann, esploratori dell’inconscio in forme tra l’onirico, l’assurdo e il grottesco. Tra gli ammiratori di questi romanzi troviamo il fondatore della psicologia analitica Carl Gustav Jung il quale li cita spesso, a proposito della creatività artistica ,come esempi di opere dove si realizza con successo quella che lui chiama “funzione trascendente” capace di conciliare nella rappresentazione l’“altra parte” costituita dai fantasmi dell’inconscio con il piano della coscienza. Jung sottolinea la centralità dell’“immagine” scaturita dalla fantasia attiva, quella stessa immagine che sta alla base dell’arte del cinema. E proprio il cinema capace di esplorare l’“altra parte” è al centro di questo libro, partendo da quei film di ieri e di oggi che Jung avrebbe amato in quanto conferma visibile della sua teoria sull’arte, titoli che vanno dai classici Suspense e Gli invasati ai più recenti L’inquilino del terzo piano e Mulholland Drive dove affiora il perturbante e dove le immagini riflettono gli incubi che ci assalgono di giorno e di notte.
Io le conoscevo bene: tutte le donne di Antonio Pietrangeli (nuova edizione)
editore: Sensoinverso Edizioni
pagine: 55
prezzo: € 8,00
data di pubblicazione: maggio 2020
Il cinema di Pietrangeli perlustrato a volo d’angelo da questo testo non sembra il cinema di un autore italiano. Compatto, determinato, ricco di volti e mai a corto del sapere di linguaggio e narrazione necessari a costruire film destinati a durare nel tempo come architetture memorabili, ricorda il percorso di autori di sagoma e statura inconfondibili: i giapponesi Kenij Mizogouchi o Mikio Naruse, il tedesco Ophuls. Tutti registi che nei loro film fanno del corpo e del destino delle donne un monile vulnerabile e prezioso con il quale scomporre lo spettro di una società, la trama di un’epoca, le linee di forza, di potere e di frattura di un mondo. Pietrangeli, intellettuale atipico […] usa quel corpo per raccontare da una parte uno dei traumi più sorprendenti e violenti della società italiana ed europea […] dall’altra ne fa il luogo di trasparenza e concentrazione dell’esistenza e delle sue pulsioni contraddittorie: il desiderio e la paura dell’abbandono, la fraternità e l’inganno, la fusione sessuale e la solitudine.
E siccome lei
editore: Feltrinelli
pagine: 256
prezzo: € 17,00
data di pubblicazione: ottobre 2020
Nostalgiche, ironiche, gelose, testarde, eccentriche o sfuggenti: le donne di questi racconti hanno il volto e la voce di Monica Vitti, e si susseguono una dopo l’altra in un irresistibile ritratto corale. Sono tutte diverse, come diversa da tutte è stata lei: la Vitti è un’icona italiana, ma della fissità delle icone ha poco e niente. La sua personalità è unica proprio perché ne contiene molte: è la ragazza con la pistola e la regina dell’alienazione, la bionda fatale e l’amica con la battuta pronta. Ogni capitolo è dedicato a un personaggio che Monica Vitti ha interpretato al cinema, ed è il racconto di un carattere, un destino, un modo di stare al mondo. Claudia de L’avventura, Teresa la ladra, Modesty Blaise, Assunta Patanè e le altre sono riunite insieme in queste pagine; si riprendono la loro storia, reclamano un altro po’ di spazio, si regalano un incontro imprevisto o perfino un finale diverso.
Eleonora Marangoni ritrae le donne di oltre trentacinque anni di carriera, dagli esordi nella commedia anni Cinquanta al cinema di Antonioni fino ai film degli anni Ottanta con Roberto Russo, passando per Risi, Monicelli, Sordi, Brass, Scola e Buñuel. Le filtra una a una attraverso il suo sguardo e le inchioda a un dettaglio, le evoca a partire da una frase o da un gesto, le fissa in un sorriso ingenuo o in un ricordo lontano, e in ogni ritratto coglie fragilità e tenacia, un segno della grazia e dei misteri del vivere.
Ritratti e destini dipinti con tenerezza e umorismo, attraverso i quali ci viene restituita l’essenza di una donna dai molti volti, un pezzo di storia del cinema e di ognuno di noi.
Ma c’era qualcosa che non capivo, come un piccolo segreto triste che non mi è riuscito di scoprire mai.
“È tutto mescolato, la vita, i personaggi. Ma allora è tutto falso, direte voi?
No, è tutto vero: specialmente i personaggi.”
Monica Vitti
La conquista dell’Impero e le leggi razziali tra cinema e memoria (Gli Annali AAMOD n. 20)
di Carlo Felice Casula, Giovanni Spagnoletti, Alessandro Triulz
editore: Effegi
pagine: 208
prezzo: € 20,00
data di pubblicazione: settembre 2020
Il numero Venti degli Annali AAMOD è in uscita con un nuovo approfondimento tematico: sul catalogo online di Effigi edizioni è disponibile da oggi (e in libreria dai primi di settembre) la pubblicazione del volume “La conquista dell’Impero e le leggi razziali tra cinema e memoria”, realizzato in seguito all’omonima manifestazione svoltasi nel 2018 alla Casa del Cinema di Roma.
Si tratta di un numero monografico, coordinato da Paola Scarnati e a cura di Carlo Felice Casula, Giovanni Spagnoletti e Alessandro Triulzi, incentrato sulla memoria del nostro passato coloniale, tuttora disattesa in Italia. Nel ricordo e studio di tali momenti della nostra storia – tra imprese e asprezze – si tenta di recuperarne gli aspetti intrinseci per poter analizzare in maniera più consapevole la stessa complessa società contemporanea e di coglierne le sfide offerte al nostro vivere e convivere.
Il volume, strutturato in due parti – vuole dare un contributo significativo tanto sulla fisionomia dell’impero italiano nell’Africa Orientale quanto sugli apparati e gli stilemi del consenso. Nella prima parte sono infatti indagate le stratificazioni della memoria e degli immaginari in Italia e nel Corno d’Africa, con documenti che indagano sugli ambigui rapporti tra generi, abitazioni di coloni e sudditi, scuola e rapporti sociali filtrati e diffusi da un forte razzismo istituzionale. Nella seconda parte sono invece analizzati i film di maggior successo del pubblico di allora, insieme ai sorvegliati documentari e cinegiornali dell’Istituto Luce risalenti agli anni Trenta e Quaranta del XX secolo, e alla rinnovata attenzione dell’attuale produzione del cinema documentario e di finzione su tali temi e fenomeni.
Il volume è stato realizzato con il contributo della Direzione Generale Biblioteche e Diritto d’Autore – Mibact.
Archivio Audiovisivo del movimento Operaio e Democratico ANNALI 20
NOUVELLE VAGUE
di Michel Marie
con un saggio di Goffredo Fofi
editore: Treccani
pagine: 60
prezzo: € 10,00
data di pubblicazione: settembre 2020
Nel secondo dopoguerra, in Europa manca tutto: servizi, infrastrutture, luoghi di socialità. Un forte vento di rinascita e rinnovamento si fa però sentire in ogni ambito, anche nel cinema. Serve un gesto di rottura critica, aspra e rapida, che arriverà per mano dei cosiddetti “giovani turchi”, critici cresciuti alla scuola di André Bazin e confluiti nei famosi “Cahiers du Cinéma”. Tra loro François Truffaut, Jean-Luc Godard, Éric Rohmer e Claude Chabrol, tutti critici che diventeranno registi. Sarà rivoluzione: quella che nel 1959 verrà definita “Nouvelle Vague” è una vera e propria onda di cambiamento che trasformerà il cinema nell’occhio politico e sociale della realtà e della quotidianità. Michel Marie ricostruisce il percorso di questo movimento, che ha saputo anticipare e interpretare quel bisogno di liberazione giovanile spudorato e ingenuo che negli anni Sessanta ha invaso le strade del mondo.
Visioni Di Contrabbando
di Claudio Zito
editore: Digressioni
pagine: 118
prezzo: € 12,00
data di pubblicazione: settembre 2020
Gli esordi con Kiarostami, la consacrazione nei festival internazionali più prestigiosi e gli ultimi anni segnati da travagli giudiziari e film girati in clandestinità: “Visioni di contrabbando” è il primo testo italiano che si propone di contestualizzare criticamente la filmografia del regista Jafar Panahi con un’analisi delle opere e delle vicende legali (e umane) che le hanno condizionate.
Claudio Zito, con la sua profonda conoscenza del cinema iraniano, offre una chiave indispensabile per entrare nell’universo di uno dei protagonisti del cinema contemporaneo.